A quali bambini si rivolge l’arteterapia?

 

 

 

I bambini, che danno istintivamente libero sfogo alle loro emozioni, vivono l’arte in maniera spontanea e giocosa, senza porsi troppe domande e godendone appieno. Per i bambini l'arteterapia è un'esperienza incredibile. Come dice Faige Kobre “Art therapy is for all kids, not only for troubled children” (“l’arteterapia è per tutti i bambini, non solo per quelli con problemi”); la Kobre, nota arteterapeuta e insegnante pre-scolare, ha scritto moltissimo in merito; potete trovare molte informazioni sull'operato della Kobre sul suo canale YouTube.

L’arteterapia indubbiamente fa bene a tutti dunque. Sono gli adulti che forse se ne dimenticano. In particolare è soprattutto utile in quei casi di disturbi comportamentali che sono, in forza del loro stesso esistere, un nodo emotivo da sciogliere. Ciò accade, ad esempio, nei bambini autistici, nei bambini che presentano problematiche legate al linguaggio, nei bimbi iperattivi o nei casi di bullismo, nei bambini down, o bimbi che hanno subito dei traumi e che presentano psicosi oppure ossessioni.

L’arteterapeuta professionista è colui che ha saputo fare delle sue capacità e sensibilità artistiche ed educative una professione praticamente medica. Egli è quella persona che, usando metodi adeguati, riesce ad essere il regista e, insieme con il piccolo paziente, l’osservatore finale del risultato ottenuto attraverso l’applicazione dell’arteterapia.

 

 

 

 

 


L’azione dell’arteterapia sui bambini si articola in diverse fasi:  

La prima fase del percorso dell'arteterapia per bambini è quella dell’ascolto e dell’osservazione. In questa fase, un bravo arteterapeuta ascolta i genitori e osserva i comportamenti del piccolo, cercando di capire quale può essere il campo di intervento più adeguato, se più o meno statico o in movimento, se con altri strumenti o con il solo uso del proprio corpo.

La seconda fase è quella di interpretazione psicologica del tutto scaturita dai dati avuti, e la raccolta del materiale più adeguato e la preparazione di un approccio ottimale con le varie tecniche di arteterapia scelte per il paziente.

Si osservano, nella terza fase, i risultati ottenuti, analizzando le immagini che ne sono scaturite, in modo fenomenologico e comportamentale, riflettendo sull’eventuale ripetersi di temi ricorrenti, per decodificarli e commentarli insieme con il bambino.

Infine diventa importante saper proporre alternative possibili a quelle riscontrate, riflettere e discutere insieme sui progressi e fallimenti. Una regolare supervisione permette di raggiungere un insieme di risultati da valutare, discutere, al fine di proporre interventi ad hoc da realizzare.

 

 

 

 

Articolo tratto da: www.cure-naturali.it